sono Bob, e oggi dopo parecchi giorni sono tornato a postare varie news e informazioni, ma ...... passiamo al sodo.
Io vi volevo mostrare una ricerca che ho fatto sulla gioia, perchè tutti la proviamo ma forse non sappiamo bene che cosa sia veramente.
LA
GIOIA
La gioia è un’emozione
piacevole di alta intensità che proviamo quando crediamo, con certezza, che uno
scopo per noi molto importante sia stato realizzato. Come dice Lucrezio,
tuttavia, l’emozione della gioia non è mai un’emozione pura, ma è sempre
turbata da un oscuro timore di perderla: nel momento in cui stringiamo in mano
l’oggetto agognato, ne percepiamo la precarietà e la transitorietà.
La gioia è infatti molto
friabile, impalpabile, delicata; si diffonde facilmente, ma altrettanto facilmente
può vanificarsi. La gioia può essere chiamata anche con altri nomi: “allegria”,
che però è uno stato d’animo di intensità moderata che può sussistere senza
particolari motivi di gioia reale, magari per effetto di qualche bicchiere di
troppo.
La sorpresa, lo stupore e
l’attrazione verso qualcosa o qualcuno possono provocare gioia: si pensi al
piacere di rivedere una persona cara dopo tanto tempo, oppure alla
contemplazione di un quadro d’autore o all’ascolto dal vivo del nostro cantante
preferito. Altre cause di gioia potrebbero essere il senso percepito di vigoria
fisica durante un allenamento, il successo sociale e lavorativo, una
riconciliazione ecc.
Stando ad una ricerca degli
anni Ottanta, ciò che procura gioia sarebbe nell’ordine: innamorarsi, superare
un esame, guarire da una grave malattia, partire per le vacanze.
Un’analoga ricerca americana
ha evidenziato che in cima alla lista ci sarebbero l’autonomia, la capacità di
fare bene il proprio lavoro, il senso di vicinanza emotiva con gli altri e l’autostima.
Mettendo insieme le due ricerche potremmo dire che tutte le condizioni citate
sono in grado di darci le principali gioie della vita.
Gli studi classici di Izard
1972 mettevano invece in evidenza il legame fra la gioia e l’amore: la gioia
maggiore sarebbe nel rendere felice qualcuno che ci ama, nel sapere che chi
amiamo vuole farci piacere, vuole condividere con noi delle esperienze
positive. La gioia, tuttavia, non è provocata solo da situazioni armoniose ed
attraenti: si pensi alla gioia che possono provare i soldati di fronte alla
distruzione del nemico durante la guerra. La gioia è anche un antidoto contro
la depressione: chi prova l’emozione della gioia riesce con maggiore facilità a
superare la paura, la vergogna e lo sconforto; ne consegue che, cercando di
ridurre al minimo l’importanza che attribuiamo a questo i sentimenti, aumenterà
la nostra capacità di provare la gioia e dunque di superare uno stato
depressivo. Secondo recenti studi i bambini già a dodici mesi provano gioia
quando riescono in qualcosa, ma “non hanno la capacità cognitiva di
rappresentazione necessaria per una valutazione di sé nel senso preciso di una
riflessione su se stessi”.
L’emozione della gioia nei
bambini piccoli è dunque più evidente agli altri che a loro stessi. I bambini,
come gli adulti, manifestano di provare questa emozione attraverso precisi
segnali. L’emozione della gioia trasforma infatti immediatamente il modo di
comportarsi di una persona: il primo cambiamento è nell’espressione facciale
che è una delle espressioni più facili da decodificare e da riprodurre. La
gioia, inoltre, si esprime attraverso il sorriso e il riso.
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