martedì 17 marzo 2015

20 chef uniti per salvaguardare gli oceani

Sceglieranno con più accortezza il pesce da proporre ai clienti, saranno aggiornati sullo stato degli stock ittici del mondo e sulle specie in pericolo o in via d’estinzione, influenzeranno, come opinion leader, tendenze, professionisti e l’opinione pubblica. È l’impegno assunto oggi da venti tra i più famosi chef di tutto il mondo. C’è anche l’italiano Massimo Bottura.Gli scienziati da anni hanno detto la loro. I politici anche. Ora, tocca agli chef armarsi di tutte le conoscenze necessarie per frenare il sovrasfruttamento dei mari. E che chef. Venti tra i più stellari – e stellati – maestri della cucina mondiale si incontrano a San Sebastian, in Spagna, nel Centro Culinario Basco. La coalizione di organizzazioni conservazioniste e fondazioni pubbliche e private per la tutela dei mari Oceana ha organizzato una due giorni di alta formazione ambientalista, a loro dedicata.Il primo giorno (16 marzo) si tiene un seminario a cura di Andy Sharpless, Ceo di Oceana, per dare a tutti gli chef presenti aggiornamenti sullo stato degli oceani del mondo, sui metodi di cattura, sul sovrasfruttamento degli stock ittici e le specie in difficoltà o addirittura in via d’estinzione. Nel secondo giorno (17 marzo) si tiene l’evento pubblico che annuncia l’adesione degli chef alla campagna Save the Oceans: Feed the World. I lavori sono diretti dagli chef padroni di casa Joan Roca e Andoni Luiz Aduriz. C’è anche la proiezione in anteprima del docufilm di Jorge Martinez “The Perfect Protein”. Secondo Sharpless “gli chef possono realmente fare la differenza per le campagne di Oceana e dunque per le centinaia di milioni di persone che dipendono dal mare per la loro sussistenza”. I venti chef che aderiscono alla campagna per salvare gli oceaniLa missione di Oceana è influenzare positivamente le politiche internazionali in difesa della biodiversità marina, messa negli scorsi decenni in pericolo da metodi di pesca aggressivi e indiscriminati. La tesi è che lavorando sia sul lato conservazionista, sia sulla necessità di una pesca sostenibile, sia possibile garantire il recupero degli stock ittici e la sicurezza alimentare e quindi il lavoro.Sul fronte conservazionista, è importante che gli chef più influenti al mondo sappiano scegliere la loro materia prima, conoscano lo stato di salute degli oceani e sappiano spiegare  le loro scelte con argomenti razionali e scientificamente fondati.Ci sono Ferran Adrià (Fondazione elBulli, elBulli1846 e diverse insegne a Barcellona, Spagna), Massimo Bottura (Osteria Francescana, Italia), Daniel Humm (Eleven Madison Park di New York, Usa), Ashley Palmer-Watts (Dinner by Heston Blumenthal, Londra, Inghilterra), Alex Atala (D.O.M. di San Paolo, Brasile), Juan Mari ed Elena Arzak (Arzak, Donostia-San Sebastian, Spagna), Pedro Subijana (Akelaŕe, San Sebatian, Spagna), Grant Achatz (Alinea di Chicago, Usa), Brett Graham (The Ledbury, Londra, Inghilterra), Joachim Wissler (Vendôme, vicino a Colonia, Germania), Heinz Reitbauer (Steirereck, Vienna, Austria), Gastón Acurio (Astrid y Gastón a Lima, in Perù), Enrique Olvera (Pujol, Città del Messico), Rodolfo Guzmán (Boragó, Santiago del Cile), Normand Laprise (Toqué, Montreal, Canada), José Luis González (Gallery Vask, Manila, Filippine), René Redzepi (Noma di Copenhagen, Danimarca, che aderisce alla campagna, anche se non è potuto essere presente all'evento di San Sebastian). È un roster impressionante: “È davvero sorprendente – ha notato Chef Aduriz – che così tanti nomi prominenti, sempre freneticamente impegnati, siano tutti a San Sebastian.  È un conferma che gli chef sentono appassionatamente il loro lavoro e l’importanza della provenienza della loro materia prima, del pesce di mare, non solo in rapporto al loro ristorante, ai clienti, al consumo personale, ma su ben più larga scala, nel rispetto del Pianeta. Io penso che semplicemente tutti noi sentiamo profondamente la necessità di supportare questa campagna e aiutare a far sì che il pesce sia di nuovo abbondante, ovunque”.

 
Salvare gli oceani per nutrire il mondo
Secondo Oceana, gli oceani potrebbero sfamare giornalmente 700 milioni di persone, a patto però di attuare misure preventive contro la spoliazione dei mari. Oggi vi sono molti squilibri. 25 nazioni cacciano il 75 per cento del pesce globale, le risorse economiche sono spesso indirizzate verso la compensazione dei danni ai pescatori piuttosto che al recupero degli stock ittici danneggiati, specialmente nelle aree più produttive. La tesi sostenuta è che salvare gli oceani serve (anche) a nutrire il mondo.
 
Una tesi che in Expo Milano 2015 trova compimento non solo nel Tema, nei dibattiti e nella riflessione innescata da eventi e convegni, ma anche nella realizzazione di un Cluster dedicato: Isole, mare e cibo.

Nessun commento:

Posta un commento